Di consigli su come comportarsi al colloquio di lavoro se ne trovano a migliaia…
In Rete, e su questo blog, troverai dritte su come vestirti, su come rispondere alle domande più classiche del colloquio, conoscere in anticipo le domande che ti faranno al colloquio, come comunicare efficacemente al colloquio, come reagire ai quesiti più insidiosi.
Per i più esigenti, si trovano anche consigli per migliorare i colloqui di lavoro in inglese, per prepararsi per un video colloquio su Skype e per affrontare il colloquio.
Di solito, però, manca un punto importante, un pezzo fondamentale del puzzle.
Se ci pensi bene, la maggior parte delle risorse in circolazione presuppone che tu mantenga un ruolo reattivo durante l’incontro: di fatto, ti dà suggerimenti su come parare i colpi al meglio, senza spingersi troppo in là.
Eppure, il recruiter ti invita a un “colloquio”, non a un interrogatorio!
Questo perché si aspetta che anche tu dica la tua, che anche tu decida il corso della conversazione, partecipando in modo proattivo.
E come?
Be’, ad esempio ponendo a tua volta delle domande, possibilmente non banali, che evidenzino il tuo interesse per l’azienda e per la posizione che vorresti ricoprire.
Peccato solo che non siano molte le guide sull’argomento…
Insomma, quali quesiti possono renderti interessante agli occhi del selezionatore, e quali invece rischiano di metterti in cattiva luce?
Vediamoli insieme…
Colloquio di Lavoro: 5 Domande da Evitare
Alcune uscite infelici possono dare al tuo interlocutore un’impressione sbagliata delle tue priorità, e mettere in forse la riuscita del colloquio:
1. C’è la possibilità che il mio compenso cresca entro sei mesi?
Accidenti, non hai perso tempo! Non hai nemmeno il posto e già stai contrattando? Sarebbe un’ottima idea… se lavorassi lì da due anni o più: ma in sede di colloquio, così su due piedi, non sembra una mossa molto astuta. Non importa come sia andato finora l’incontro, o quali abilità tu abbia mostrato, ora è probabile che il selezionatore si ricordi soltanto della tua avidità; e che agisca di conseguenza.
2. La sede centrale è bellissima, ma ne avete una più vicina a casa mia: non potrei lavorare lì?
Anche in questo caso, è un po’ presto per parlarne, che ne pensi? Fra l’altro, chi ti dice che la sede dei tuoi sogni sia occupata da tutt’altra divisione aziendale? Se consideri che molto probabilmente altri candidati vengono da più lontano di te, non ci fai una bella figura.
3. Che tipi sono il mio potenziale superiore e i miei eventuali colleghi?
Domanda imbarazzante! Fra le righe, il recruiter potrebbe leggere una tua insicurezza di fondo nelle relazioni interpersonali o delle brutte esperienze pregresse. Se poi ti giustifichi raccontandogli di quanto il tuo ex-supervisore fosse esigente o di come i colleghi fossero cattivi con te puoi già alzarti e salutare: il posto non sarà mai tuo!
4. Allora, per quanto riguarda la questione ferie…?
Voglia di lavorare, saltami addosso! Senza nulla togliere ai tuoi diritti di (futuro) lavoratore, una domanda del genere non ti aiuterà ad accattivarti le simpatie del recruiter; il quale potrebbe anche decidere che le tue vacanze possono iniziare anche subito: senza nemmeno che tu ti prenda il disturbo di tornare lì.
5. Come ci si organizza per la pausa pranzo?
Non così grave come le precedenti, ma comunque non molto appropriata: potresti passare da pignolo o da superficiale. Nel caso in cui il colloquio andasse a buon fine, potrai sempre portare con te qualcosa da mettere sotto i denti il primo giorno di lavoro, e poi informarti dai tuoi nuovi colleghi; non perderti in un bicchier d’acqua!
La Domanda da Non Fare Assolutamente al Colloquio di Lavoro
Allora, come sono andato?
Ti prego, ti prego, ti prego, non lasciarti prendere dall’ansia da prestazione! E soprattutto non mettere il tuo interlocutore in una posizione così delicata: forse è rimasto colpito da te, ma deve ancora valutare altri candidati e quindi non può sbilanciarsi; oppure vorrebbe già invitarti a non farti troppe illusioni, ma non vuole apparire poco professionale. Armati di pazienza e aspetta di essere ricontattato nei prossimi giorni.
1 Domanda da Porre… nel Modo Giusto!
Quale sarà l’orario effettivo di lavoro?
Ora, sappiamo tutti che, per quanto il contratto sia da quattro, sei oppure otto ore quotidiane, può capitare di restare in ufficio un’ora in più, più o meno di frequente a seconda dell’azienda, del periodo dell’anno, eccetera.
Per questo, non c’è nulla di male nell’affrontare la questione con il recruiter; purché tu lo faccia nel modo giusto!
Ad esempio, chiedere ansiosamente “Ci saranno tanti straordinari da fare?” può metterti in una posizione spiacevole, dare l’impressione che tu sia uno scansafatiche.
Se invece, nel corso della conversazione, riesci a buttare lì, quasi per caso, una frase del tipo “Non avrei problemi a fermarmi un’ora in più, di tanto in tanto, se fosse necessario” ti permetterà di intavolare il discorso senza fare passi falsi. Attenzione!
Domande da Fare al Recruiter nel Colloquio: Le 5 domande vincenti
Ecco invece alcune domande che, poste durante l’incontro, ti aiuteranno a fare una buona impressione:
1. Quali sono le prospettive di crescita dell’azienda (all’estero, con nuovi prodotti, ecc.)?
Dimostrare un interesse genuino per la società è sempre una carta vincente: al recruiter sarà subito chiaro che per te non si tratta di un posto di lavoro usa-e-getta, ma di un’esperienza a cui dai un grande valore.
2. Immaginiamo che io venga assunto: come si svolgerebbe il mio primo giorno di lavoro?
Con questa domanda, proverai di avere un approccio pratico e concreto: inoltre, la risposta del selezionatore ti offrirà preziose informazioni in più sull’organigramma dell’azienda e sulle mansioni che ti potresti trovare ad affrontare.
3. Quali risultati ci si aspetterebbe da me, a breve, medio e lungo termine?
Altro ottimo punto: non solo mostrerai rispetto nei confronti della compagnia, che dopotutto deve decidere se investire o meno su di te, ma inizierai a farti un’idea di ciò che il ruolo potrebbe richiederti e di cosa potresti fare per prepararti al meglio.
4. Quali strumenti o procedure particolari imparerò a padroneggiare nei primi tempi?
Anche in questo caso, otterrai un duplice vantaggio: da un lato, il tuo pragmatismo farà colpo sul tuo interlocutore, che non potrà non ritenerti un elemento affidabile per il team; dall’altro, saprai già che cosa ti aspetta e potrai documentarti per colmare possibili piccole lacune, per affrontare con calma un’eventuale assunzione.
5. Qual è la vostra politica sulla formazione continua? Avete programmi specifici?
Bingo! Con quest’unica domanda, acquisterai subito moltissimi punti agli occhi del recruiter: invece di concentrarti sulle sole questioni finanziarie, avrai dimostrato di non essere disposto ad adagiarti sugli allori, ma di considerare una possibile assunzione come un’occasione importante anche per la tua crescita professionale e personale. Cosa chiedere di meglio?
Conclusioni
Insomma, come avrai capito, le domande che puoi fare durante un colloquio di lavoro sono tanto importanti quanto le risposte da dare a quelle del tuo interlocutore: proprio per questo, dovrai fare molta attenzione a sorvolare sulle questioni più personali e “meschine”, portando invece la conversazione su temi di comune interesse; ovvero proprio quelli che potrebbero spingere l’azienda a darti l’opportunità che stai cercando.
Buona fortuna!
Immagine Man in Suit da Lukas – Pexels.com