La Gen Z, abbreviazione di Generazione Z, è quella generazione dei nati tra la fine degli anni ’90 e il primo decennio del nuovo millennio e più precisamente tra il 1997 e il 2012.
La Gen Z sta apportando un impatto assai profondo sulla scena mondiale e gli effetti si vedono in diversi ambiti: dalla tecnologia ai consumi, dalla politica alla cultura e persino nei luoghi di lavoro.
La ricerca della felicità tra Gen Z e Baby Boomer
La Gen Z ha cambiato, e sta ancora cambiando, il mondo del lavoro, perché è una generazione che non si accontenta più, ma punta ad un equilibrio tra vita e occupazione, puntando a una retribuzione equa e ad un lavoro che si allinei con i propri valori.
Diverse analisi mettono a confronto la nuova Gen Z e la vecchia generazione dei Baby Boomer.
La prima è composta da giovani non più disposti a privarsi del loro benessere psico-fisico per un impiego che non risponde ai loro bisogni e non sono più inclini a rinunciare al loro tempo libero per un lavoro che non li appaga.
I Baby Boomers, invece, preferiscono ancora la tradizione, l’ufficio fisico, il duro lavoro, la fedeltà all’azienda e la rinuncia ai loro piacere pur di mantenere il proprio lavoro e fare carriera.
Ciò non significa che la Gen Z non prende sul serio la possibilità di fare carriera, ma è composta da giovani che vanno alla ricerca di un lavoro che non darà loro la sindrome di burnout dopo pochi mesi di lavoro, che dia loro tempo per sé stessi e una sicurezza economica.
Insomma, un lavoro che offra loro paghe più eque, più tempo libero, più flessibilità nel lavorare da remoto e soprattutto un impiego che mostri maggiore responsabilità sui temi sociali e ambientali.
Le caratteristiche del lavoro ideale per la Gen Z
La Generazione Z è consapevole che il salario deve corrispondere al livello di esperienza maturato nel tempo, ma è una generazione attenta ai propri diritti, e non più disposta a subire salari da fame per il lavoro che svolge.
Per cui ai giovani non pesa perdere il lavoro se questo impone troppe richieste e pochi benefit.
Inoltre, nati in un momento storico in cui tutto va velocemente, per i giovani la staticità lavorativa non è più una opzione, piuttosto richiedono un lavoro che li faccia crescere e li faccia progredire.
Il lavoro deve offrire la possibilità di un avanzamento graduale che possa contribuire ad apportare cambiamenti significativi alla loro vita.
Quindi, nel caso non venissero rispettate determinate condizioni, la Generazione Z è molto più propensa a dire di no ad un’offerta di lavoro.
Naturalmente, il consiglio è di farlo sempre con rispetto.
A proposito di ciò, è possibile informarsi attraverso alcuni approfondimenti sul web che spiegano come rifiutare un lavoro in maniera educata e senza creare attriti.
I giovani della Generazione Z, però, non hanno solo richieste personali rispetto al lavoro che vogliono svolgere, ma hanno un occhio attento alle cause sociali.
Infatti, sarebbero disposti ad accettare una riduzione del proprio salario, se il lavoro svolto fosse attento ad alcune tematiche, quali la tutela dell’ambiente, lo sviluppo sostenibile, il cambiamento climatico e le energie rinnovabili.