C’è lavoro per italiani in Francia? Com’è lavorare e vivere in Francia?
Per rispondere a queste domande, ho provato a intervistare Achille Della Grazia, un amico, che ha trovato lavoro in Francia, a Chambery, come pizzaiolo.
Dentro, troverai consigli utili per trovare lavoro in Francia, ma anche su come i pizzaioli italiani possono trovare lavoro all’estero.
Trovare Lavoro e Vivere in Francia: Intervista a Achille, pizzaiolo italiano a Chambery
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Ciao Achille da tutta community di Lavora Con Noi Italia! Come va lì in Francia e che cosa fai oggi nello specifico?
Un saluto a tutta la community di Lavora Con Noi Italia.
Sono un Pizzaiolo Professionista dell’APP (Associazione Pizzaioli Professionisti) e lavoro presso il ristorante/pizzeria “Palazzo” a Chambery nord, una delle città della Savoia, subito dopo il confine con l’Italia, passando per Torino.
Essendo questa zona la più ricca della Francia è anche la più costosa, è come vivere al nord della nostra amata Italia.
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Ma come è stato il passaggio dalla nostra amata Italia alla Francia? Conoscevi già la lingua? Come ti sei adattato?
Il passaggio non è stato difficile. Di grande aiuto è stato, oltre che lo spirito di adattamento e l’esperienza di lavoro in altre nazioni, la presenza del titolare italo-francese.
Non conoscendo neanche una parola, la sua presenza è stata sicuramente un’agevolazione nell’imparare questa nuova lingua.
I primi passi sono stati la traduzione del menù pizze in italiano, la pronuncia dei numeri che seguono i comandi, l’apprendimento di questi ultimi per lavorare in sincrono con la cucina e dare il “via” ai camerieri.
Ho ricevuto grande sostegno ed aiuto dallo staff della cucina e della sala, che nonostante le mie difficoltà iniziali, ha cercato di aiutarmi e di seguirmi a volte con ritardi e disguidi nelle comande.
Già dopo tre quattro settimane andava meglio, in pochi mesi ho appreso la lingua, non la parlo fluentemente dopo quasi 7 mesi, ma per lo meno riesco a comprendere e colloquiare senza troppi problemi.
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Come hai fatto a trovare lavoro proprio in Francia?
Ho trovato lavoro in Francia grazie ad un aggancio e a un colpo di fortuna. Ma ci sono diversi siti sui quali vengono pubblicati annunci di proposte di lavoro in tutto il mondo.
Altri colleghi della mia stessa associazione hanno trovato lavoro grazie ad agganci di altri colleghi dell’associazione o da siti dedicati al mondo della ristorazione.
A proposito, puoi cercare offerte lavoro interessanti tra i:
>> portali di lavoro italiani e internazionali per il settore alimentare, agricoltura e ristorazione
>> principali portali di lavoro per la Francia
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Quali consigli daresti a chi vuole trovare lavoro in Francia? Quali sono le cose da fare e da non fare secondo te?
Buona presentazione la fanno, si l’esperienza, ma spesso l’appartenenza ad un’associazione di professionisti (come l’APP – Associazione Pizzaioli Professionisti) e il possesso di un diploma/certificazione che riconosca le tue abilità, queste hanno il loro peso.
Inoltre, un abbigliamento professionale dedicato è una delle carte che aiutano a centrare l’obiettivo.
Tutti questi punti insieme “tamponano” la momentanea mancanza della conoscenza della lingua e della velocità di preparazione delle pizze, che purtroppo inizialmente è penalizzata dalla non conoscenza degli ingredienti e delle stesse pizze.
Quindi siate professionali, SEMPRE!
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Come è vivere in Francia? Ci sono forti differenze rispetto all’Italia?
A differenza della nostra nazione, la Francia è molto sensibile al sociale, ci sono quindi numerosi aiuti al sostegno del reddito, della famiglia e all’alloggio.
Con uno stipendio base si riesce a vivere senza grossi problemi sia da solo che con la propria famiglia. L’ideale per una coppia o una famiglia è che lavori anche il partner.
Se ti sta piacendo l’articolo, prima di proseguire con la prossima domanda, lascia un +1 per diffondere questa intervista! 😉
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E l’ambiente di lavoro in Francia, com’è? Com’è la vita lavorativa rispetto all’Italia?
L’ambiente di lavoro come anche in Italia è vario. È possibile trovare un’ambiente stimolante e che ti agevoli nella crescita professionale, così come si può trovare uno staff che lascia a desiderare.
Qui in Francia sulle ore di lavoro sono precisi in tutti gli ambiti lavorativi.
Non ho sentito, sino ad oggi, di lavoratori di ogni settore e colleghi che hanno lavorato oltre le ore di lavoro contrattuali (a differenza dell’Italia, il tempo pieno è di sole 35 ore).
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Veniamo al sodo: si guadagna bene? Come sono gli stipendi rispetto al costo e alla qualità della vita e dei servizi?
A livello remunerativo offrono a volte un primo contratto di 6 mesi, per passare poi al contratto indeterminato. Altri offrono l’indeterminato sin da subito nel quale è incluso il periodo di prova, quindi non bisogna rilassarsi troppo.
La mensilità base è attorno ai 1200 Euro, ma nel nostro settore la paga è più alta e siamo regolarmente assunti e con assicurazione sanitaria obbligatoria.
A differenza dell’Italia, lo stipendio è in linea con il costo della vita, in quanto gli aiuti sociali sopperiscono positivamente ad eventuali costi.
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Parliamo un po’ della lingua: come ti sei preparato per affrontare colloqui e conversazioni in francese?
La lingua non è ancora fluente, ma essere in un ambiente con sole persone francesi mi ha aiutato a imparare a intraprendere una conversazione tranquillamente dopo appena 6-7 mesi.
Delle lezioni di francese mi avrebbero aiutato a velocizzare questo percorso, ma solo se intraprese qui sul luogo, in Francia.
I colloqui sono uguali in tutte le parti del mondo. Bella presenza, presentarsi motivati, senza eccedere nella spavalderia.
Se non si ha esperienza, delle certificazioni e delle attestazioni sono un buon biglietto da visita.
Se si ha esperienza anche solo come aiuto pizzaiolo, ci si può presentare come primo pizzaiolo.
Ma è sempre necessaria una bella dose di intraprendenza. Il tutto in maniera del tutto equilibrata senza eccedere, mai.
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Come sono i colloqui di lavoro in Francia?
I colloqui in Francia sono seri e quindi sono svolti per competenza. Possono proporre qualcuno, ma se non fa al caso loro lo rifiutano senza troppi problemi.
Una volta assunto diventa complicato licenziare. La presenza dei sindacati è molto forte qui in Francia e devo dire che fanno molto bene il loro lavoro.
Quindi preferiscono scegliere bene e attentamente il loro dipendente, per non commettere scelte sbagliate a cui diventa difficile rimediare.
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E nello specifico, il colloquio per i pizzaioli è particolare… Come avviene? Che corsi e/o preparazioni hai fatto per superarlo?
Personalmente sono un associato dell’APP – Associazione Pizzaioli Professionisti, e devo dire grazie all’associazione a cui appartengo per il mio percorso di formazione, la mia crescita professionale ed aggiornamento continuo che è alla base dei valori dell’APP.
Avere tanti colleghi pronti ad aiutarti in ogni momento, dal presidente, al direttore, agli istruttori e anche dai colleghi pizzaioli professionisti come te, ti senti ancora piu sicuro e certo delle scelte e delle strade che vai a percorrere.
Il colloquio è abbastanza breve, vogliono vederti all’opera, è questo il vero colloquio.
Nella presentazione è bene avere delle certificazioni da poter presentare ed appartenere ad un’associazioni di professionisti.
Questo porterà punti e inviteranno il titolare a mettervi alla prova prima di altri.
Successivamente la preparazione e la formazione fanno la differenza. Perché sappiamo benissimo che nel nostro lavoro, in un nuovo ambiente, ingredienti sconosciuti, l’imprevisto la fa da padrone.
Quindi calma, tranquillità, un respiro in più e tiriamo fuori tutto il nostro sapere, ed andrà tutto bene.
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Quali sono i consigli che daresti ai pizzaioli italiani che cercano lavoro all’estero?
Il mio consiglio è di provarci sempre. Di non aver paura della lingua, a noi non serve perché nel nostro lavoro non entriamo a contatto stretto con la clientela.
Hanno bisogno di noi, di persone preparate, precise sul lavoro, che amano quello che fanno, amano le novità e noi ne portiamo sempre tante con le nostre mani.
Anche se lontani non smettete mai di aggiornarvi e di formarvi, ricordate che è proprio questo quello che vi ha portato lontani.
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A proposito di cucina: si mangia meglio in Italia o in Francia?
La cucina…questa è una bella domanda. Vi invito a riflettere per capire meglio. In Italia non esistono ristoranti francesi.
Eppure in Francia molti spacciano i propri ristoranti per “ristoranti italiani”.
Se la loro cucina fosse davvero così eccellente, non avrebbe senso creare dei falsi per attirare la clientela.
Diverse volte ho mangiato cucina francese ed è buona, ma spesso copiano ciò che non è loro e che è italiano ma nella maniera più sbagliata possibile.
Il mio consiglio, se si vuole mangiare bene in Francia, è di andare in un ristorante esclusivamente francese, che non abbia un nome italiano e soprattutto di non ordinare piatti italiani.
Questo ovviamente è soltanto il mio punto di vista, sulla base della mia dieta.
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A chi sta pensando di trasferirsi in Francia, quali sono i primi 3 consigli che daresti?
Qui in Francia la burocrazia è più presente che in Italia, dovuta agli aiuti sociali e i relativi controlli che effettuano per evitare truffe da parte di chiunque chieda un sostegno allo Stato.
Esistono diversi accordi della Comunità Europea, erogati a volte diversamente ma pur sempre uguali. Assegni famigliari, disoccupazione, assistenza sanitaria, ecc..
La prima cosa da fare prima di partire è l’estratto di nascita integrale multilingue (si può richiedere gratuitamente anche via mail al comune di nascita allegando carta di identità) questo documento vale 6 mesi, tempo sufficiente ad effettuare tutte le richieste dovute.
Per l’appartamento bisogna chiedere aiuto al titolare del locale.
Infatti, per prendere casa una volta arrivati serviranno: un contratto di lavoro, un conto corrente francese (che si può aprire solo avendo un contratto regolare di lavoro), un’assicurazione sulla casa da stipulare preventivamente e da consegnare all’atto della firma del contratto.
Se foste costretti ad andare alla ricerca di un monolocale (in francese “studio”) di almeno 20-25 mq ammobiliato con spese incluse in questa zona siamo sui 500euro al mese (senza spese sui 350-400). Consiglierei di prenderlo non molto lontano dal lavoro, al massimo circa 2km.
Se si ha la macchina (consigliato, ma non indispensabile) si può anche prendere uno studio in periferia, perché come in tutte le città, in centro ci sono molte zone con parcheggi a pagamento.
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Torneresti mai in Italia? Perché?
Adesso a freddo probabilmente ritornerei in Italia perché mi manca lo stile di vita e la cucina qui completamente diversa e a mio parere non all’altezza della nostra, nonostante gli ottimi prodotti di questo territorio e della nazione stessa.
Ma l’offerta di lavoro e le possibilità di crescita sono tante e pagate regolarmente con contratto. Il tutto da quindi la possibilità di potersi creare un futuro stabile.
Questo in Italia, allo stato attuale dei fatti, non è possibile.
Conclusioni
Grazie ad Achille per averci concesso qualche consiglio utile per cercare lavoro come pizzaiolo e per lavorare e vivere in Francia.
Facci sapere cosa ne pensi e se hai altri suggerimenti e consigli da dare su come trovare lavoro in Francia.
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